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Forza stadio

Sembra che per il gran finale di sindacatura Brugnaro sia deciso a gettare un ponte sulla prossima dal titolo propiziatorio di “Ponte della libertà”. Libertà a tutto campo, di calcio in questo caso, dopo la libertà al trust – notoriamente blind, cieco e sordo - dichiarata per il palazzetto dello sport ai Pili.

In buona sostanza, prendere a spallate i conflitti di interessi, come a rugby - sempre di sport parliamo -, che è quello che Brugnaro preferisce in ogni circostanza. Le regole vanno interpretate nei contesti e se necessario forzate.

La legislatura si chiude con scenari immobiliari ancor più di come era iniziata. Venezia come brand e terraferma come terreno di azione. Creare nuove rendite, a Mestre, e sfruttare quelle che ci sono, in città storica. La via maestra per inchiodare la traiettoria di declino di una città basata sull’utilizzo delle sue dotazioni competitive, non a caso la portualità da un lato, quella crocieristica ovunque possibile, e l’aerostazione dal lato opposto, nei greenfield a nord.

E lo spettacolo sportivo come distrazione di massa.

Alberghi e centri commerciali la materia prima da spalmare per plasmare le utilità finanziarie necessarie a richiamare gli investitori, chiunque essi siano, predisponendo un variegato comitato locale di accoglienza in cui anche soggetti portatori di interessi pubblici compaiono come privati adeguatamente “motivati” a sostegno del progetto. Poco è dato sapere sulle quantità immobiliari necessarie al “giusto ristoro” dell’investimento, una variabile a disposizione del mercato su cui nulla si sa, se non che dipende dagli investitori, cui viene offerto un contenitore flessibile a disposizione.

Intendiamoci, non è l’idea in sé che desta preoccupazione ma le modalità occulte che la sottendono e si disveleranno col tempo, sfogliando il progetto mano a mano che prenderà forma.

E poi la fretta: tutto pronto entro poche settimane, comunque prima delle elezioni. Che sia solo un caso? Ma è quella che giustifica ogni genere di finanziamento, soprattutto in uscita dalle Cayman, mitica località esotica dove da tutto il mondo piove ogni genere di danaro e ne esce perfettamente immacolato. Pronto per l’uso più redditizio.

Solo una nota: a Monaco, in Baviera, lo stadio fu sottoposto a referendum popolare. A Venezia si procede a spallate. Qualcuno scorge una differenza?

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