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Cittadini e merce urbana.

In una città spettacolo a totale disposizione del turismo, per scelta programmatica della sua attuale amministrazione, non c’è nulla di più logico che piegare a spettacolo anche la religione in nome dell’ateismo mercantile che ispira l’azione del sindaco imprenditore. In nome del “moderatismo” della destra politica dentro cui si blinda, non esita ad usare anche la vicina Festa della Salute per realizzare l’en plein turistico. Christo al posto di Cristo ispirato al lago di Iseo. Per il marketing va bene così! La speranza? Aggiungere un altro bollino nero al calendario del tutto esaurito a Venezia. Dei letti forse? No, dello spazio pedonale, che non riesce più a contenere la massa che si riversa in città richiamata dagli annunci sulla stampa internazionale. È questa infatti la vera internazionalità auspicata per Venezia dal sindaco: fare da apripista al modello di overturismo che altrove viene contrastato e qui invece è perseguito con tenace determinazione. Alzare la bandiera del caso limite per ribaltare il concetto di vivibilità urbana in merce urbana per il mercato mondiale dove contano solo i numeri di cassa. Ma su questa strada sono i cittadini che pagano i danni dell’imprenditorialità predatoria che si sta impadronendo della città per farne un luogo di produzione industriale dei servizi turistici al minor costo possibile. Oltre che delle strade, il turismo si sta impadronendo anche delle case dei veneziani lasciate alla mercé di investitori, si badi bene sia locali che esterni, che affidano ad agenzie senza scrupoli la gestione più lucrosa dei loro immobili, con una frenetica rotazione di inquilini il cui anonimato è garantito dalle presenze brevi e dal totale disinteresse per chi in città ci vive. Si meraviglia dunque il sindaco che i cittadini, oltre che per l’inquinamento e il moto ondoso, protestino per gli schiamazzi notturni di visitatori privi di educazione ma pieni di alcol? E mentre la città storica si riempie di turisti, il centro di Mestre si svuota. Nei programmi elettorali doveva essere la promessa di rinascita e invece è l’avverarsi del declino. Se si continuano ad autorizzare e creare aree commerciali esterne, in centro urbano si svuota all’interno; e l’irresistibile propensione per l’immobiliarismo dell’amministrazione può portare solo a questo esito, la cui responsabilità viene attribuita però ai commercianti. È tipico dell’uomo solo al comando attribuire a sé ogni merito e agli altri ogni colpa. È così da sempre, salvo il fatto che al momento giusto ognuno è chiamato a fare le sue valutazioni tra parole e fatti.

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