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Alberghi a Venezia, terapia necessaria

È questo il senso comune che associa il signor Holler di Mtk, grande produttrice di alberghi, al signor Marseglia, noto produttore di olive, e a tempo perso – ma mai buttato - di hotel.

Il suolo di Venezia vocato ad alberghi più di ogni dove, una mutazione genetica del XXI secolo, cui non esiste antidoto. Né lo si cerca. Quasi un coronavirus edilizio, un prodotto della globalizzazione che produce contagio e trova alimento amministrativo nell'overdose turistica che prima di manifestarsi materialmente aggredisce i cervelli di chi amministra.

Si vorrebbe sperare che la fase di quarantena possa servire a disintossicare le manifestazioni compulsive dei decision makers, ma realisticamente non c’è da farci conto. L’intossicazione è profonda. Meglio pensare a del nuovo personale, debitamente vaccinato.

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