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Venezia non è sola

Costretti dalla cronaca a inseguire le continue dispute sul malgoverno urbano della città nella frenetica rincorsa alla propria riconferma, che l’amministrazione uscente ha avviato da tempo senza risparmio di mezzi per soddisfare interessi particolari, sfugge il vero orizzonte dei destini della città che il mercantilismo spiccio vuole accanitamente occultare.

Si tratta del circuito tra crescita dei livelli marini, dove l’incertezza è sul quanto non sul se, tutela di grandi centri abitati e di siti protetti, mantenimento delle attività marittime, e adattamento delle economie territoriali.

In questo scenario #Venezia è una città simbolo di millenaria convivenza con la sua laguna che deve mettere con urgenza in atto nuove misure di salvaguardia che in realtà la accomunano ad altre situazioni simili.

Tradizionalmente si dice che l’Alto Adriatico è l’Olanda d’Italia, ed è vero, se si osserva la storia di queste terre basse bonificate e intensamente antropizzate ma esposte ai rischi delle acque marine che oggi ne minano la sopravvivenza fisica ed economica.

Con una città come Ravenna, Venezia condivide una economia portuale e industriale, con Ferrara quella industriale, con entrambe quella turistica del litorale e di un vasto entroterra agricolo solcato dai tratti terminali dei fiumi padani, e tutte e tre le città sono siti storico culturali protetti che hanno una propria economia turistica.

Ce n’è abbastanza per pensare in grande, cioè nell’unico modo giusto, per affrontare comuni problemi con strumenti adeguati ad una condizione geomorfologica e socio economica con affinità evidenti.

Parliamo in ogni caso di due sole regioni interessate, ormai accomunate in una definizione di Nordest economicamente evoluto. Ma tutto questo non basta se non si impugna con vigore il dossier ambientale in ogni sede, in Italia come in Europa.

È questo l’orizzonte che una classe politica seria e consapevole dovrà prima o poi decidersi di adottare. Prima lo farà e meglio sarà, per tutti.

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