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La politica impari dai ragazzi

Dalla scuola ho imparato che, molto spesso, è dagli stessi ragazzi che si apprendono e si imparano molte cose.

Non so se sono stato un buon insegnante, ma so che per me il rapporto con i ragazzi è sempre stato di arricchimento e di allargamento di orizzonti e di conoscenza.


È quindi un momento importante, quello della vita politica cittadina, se dei ragazzi prendono voce e scendono in campo per non essere passivi esecutori.

Lo è per i partiti politici e lo è per le realtà civiche.


Il dramma del PD locale è sotto gli occhi di tutti. La perdita di consenso, l’allontanamento dai cittadini, la chiusura dei circoli, il crollo delle iscrizioni sono tutti sintomi di una situazione che deve essere affrontata e che fino ad ora è sempre stata oscurata, volutamente taciuta.


Non è un caso che per la scelta di un candidato sindaco invece che rivolgersi alla città si sia atteso il nome scelto dal partito e non è un caso che per un organo di prossimità come la Municipalità si punti al segretario comunale piuttosto che ascoltare il territorio.


In tutto questo irrompe una lettera di sette ragazzi che avevano accettato di candidarsi alla Municipalità di Venezia con il PD (uno, addirittura, al Consiglio Comunale).

Quello che colpisce è che, mentre chi, di età più matura e di esperienza politica pluridecennale, sgomita e si accapiglia per una candidatura, qui ci sono dei ragazzi che rinunciano. Dei ragazzi, cioè, che antepongono valori e progetti, a posizioni e ruoli. Un partito come il PD e, in genere, il mondo politico cittadino non può non tenerne conto e ascoltare finalmente un messaggio positivo.

Come non possiamo non tener conto e non salutare con gioia anche i tanti ragazzi che si sono avvicinati alla realtà di “Tutta la Città insieme!” e che si stanno impegnando a sostenere in diversi modi la lista e la campagna elettorale.


Raccogliamo questa bella novità. Diamo spazio a questa freschezza che da tempo manca alla politica, cittadina e non.

Ascoltiamo la loro voce e cerchiamo di costruire un percorso assieme, non cercando di inglobarli o tacitarli, ma cercando di raccogliere quello che sentono e lasciandoli liberi di proporci la loro visione di futuro, dato che direttamente li riguarda.

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