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Tornano a proliferare gli ATM in città, con il leone di San Marco ben in vista sugli sportelli

Un abbinamento lecito?


Anche le banche abbandonano Venezia e lasciano aperto il campo agli sportelli ATM di una nota azienda americana. Il fenomeno ha visto una frenata consistente nel periodo pandemico, ma ora è in piena ripresa. Per carità, non colpisce certo solo Venezia, ma qui è forse più visibile che altrove, se non altro per i colori che caratterizzano la scritta enorme che campeggia sopra gli apparecchi o le più disparate insegne, su cui evidentemente la Soprintendenza o il Comune non hanno nulla da eccepire.

Che effetto avrà il nuovo Regolamento sul commercio su queste attività? Gli sportelli già presenti nelle aree individuate come “calde” rimarranno, mentre si sposterà l’apertura di nuove possibili “filiali” nelle aree non toccate dal provvedimento. Con che risultato? Ulteriori spazi sottratti a negozi di vicinato e trasformati in anonimi angoli con lo sportello, perché, si sa, a Venezia tutto è in vendita.
Il particolare poi che salta agli occhi è che su questi ATM è sempre ben visibile un l’enorme adesivo con il leone di San Marco e viene da chiedersi se questo non sia un abbinamento fuorviante: i turisti potrebbero anche essere portati a pensare che si tratta di un circuito che in qualche modo contribuisce alla città, insomma sembra quasi pubblicità ingannevole, usando il simbolo più noto di Venezia. Perché, sennò, verrebbe usato?
È corretto usare quel simbolo proprio da parte di chi, a questa città, sta sottraendo spazio e lavoro? È infatti davanti agli occhi di tutti come gli sportelli ATM sottraggano spazi di interi negozi, impediscano apertura o continuazione di attività lavorative, occupino, anche visivamente, le calli e le corti.


Giovanni Andrea Martini

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