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Sulle spalle del Comitatone.

Dopo ripetuti rinvii, una serie di aspettative multiple si addensano sul prossimo Comitatone per la soluzione dei problemi di navigabilità lagunare.

Da un lato un nuovo protocollo fanghi di incerta applicabilità per una efficacia mai testata.

Dall’altro il mantra “via le navi da San Marco” tanto condiviso quanto strattonato da interessi opposti o concorrenti.

Anche qui, sotto il titolo di provvisorio la soluzione “navi a Marghera”, banchine industriali, gode di grandi favori pensando che il provvisorio possa divenire definitivo, o che si riesca poi a risalire fino in Marittima dal Vittorio Emanuele. Comunque tutti i rischi del traffico promiscuo passeggeri commerciale sono garantiti.

Dall’altro la soluzione “fuori laguna” su cui, da anni ormai, si confrontano progetti contro ipotesi di progetto in bocca di Lido. E’ l’indicazione del prof. D’Alpaos, tanto autorevole quanto inascoltato, che predica con chiarezza di non manomettere oltre la laguna e dirigersi verso il mare.

Le decisioni sui progetti non sono materia opinabile perché sottoposte alle procedure dei Lavori Pubblici. Allo stato un solo progetto possiede oggi i requisiti tecnico economici richiesti. Il Venice Cruise 2.0, meglio noto come Duferco. Al quale tutti si oppongono ma per ragioni assai differenti.

La soluzione fuori laguna incide infatti sul sistema degli interessi in campo in cui le compagnie crocieristiche decidono incontrastate da anni.

In assenza di soluzioni condivise e di progetti, comunque lunghi e costosi, alternativi all’unico in campo, tutto resta com’è. Le crociere arriveranno in Marittima via San Marco. Le compagnie di certo non protestano. Finché dura va più che bene così.

Una nuova variabile entra però sulla scena. Quella sanitaria. Su cui, oltre agli scongiuri, contano le misure di sicurezza contro il contagio. Su di una nave la densità è molto elevata, i contatti ancor più ravvicinati e i crocieristi da mezzo mondo. Dopo aerei che non caricano e frontiere che si chiudono, le navi sono forse un luogo più sicuro?

La vicenda della Diamond Princess a Yokohama ci suggerisce qualcosa?

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