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Riattivare il decentramento: così la città può rinascere dalla crisi del COVID-19.

Questa terribile stagione del COVID-19 ha segnato fortemente la vita della città d’acqua e della città di terra. È stata percepita da tutti la distanza tra l’Amministazione e la cittadinanza. Pesante è stata la percezione di solitudine dei cittadini e la impossibilità di ricevere risposte alle più semplici richieste di vicinanza e di assistenza, anche solo psicologica. La terribile vicenda COVID-19 ha mostrato quanto lo smantellamento della struttura e dei servizi erogati in chiave decentrata dalle Municipalità erano fondamentali per la cittadinanza. I servizi sociali, in primis, ma anche tutta la filiera di educatrici e di educatori, di operatori in ambito socio-culturale. Alle domande dei cittadini ha risposto un silenzio assordante. Anche perché l’unica risposta, in assenza di decentramento, poteva arrivare da una realtà lontana, poco a conoscenza delle diverse specificità del variegato territorio comunale e in difficoltà di fronte a richieste specifiche legate a necessità locali. Preso atto di questo e senza passare ad inutili atti d’accusa, sfruttiamo la lezione. Se in tempi eccezionali il decentramento sarebbe stato molto utile, ancor di più lo è in situazione di vita cittadina che vuole avviarsi verso la normalità. Un invito, quindi, è quello di riattivare da subito quanto smantellato. Permetteremo, in questo modo, di garantire un ritorno alla normalità graduale e adeguatamente seguito e accompagnato. Presidi socioculturali e pedagogici di prossimità costituirebbero soluzioni diffuse a problematiche che, centralizzate troverebbero, ancora una volta, come risposta il silenzio.

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