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La buona politica non soffia sul fuoco dello scontento.

Esenzioni, aiuti, bonus sono forme di sussidio che chiediamo da sempre e che non possono non trovarci d'accordo. Difficile trovare cittadini che non concordino con questa necessità.


Altra faccenda è quando si parla di riaprire tutto, di "faccio io", di cavalcare la difficoltà: lì sta il solito gioco di chi vuole utilizzare lo scontento per diventarne protagonista e guida.


La storia purtroppo insegna.

E, purtroppo, questo è il gioco del nostro primo cittadino.


Occorre certo metter in sicurezza le diverse emergenze economiche, ma il rischio sanitario non può e non deve essere sottovalutato. Certamente, ogni Paese, ogni comunità fa scelte che rispecchiano priorità diverse, lo stiamo vedendo a livello mondiale; noi ci auguriamo che la salute dei cittadini venga messa sempre al primo posto.


Quanto all'economia turistica veneziana, che il sindaco continua a proporre, di fatto, come panacea, non possiamo non sottolineare ancora una volta che oggi non ha oggettivamente la possibilità di riproporsi com’era. E illudere in questo senso è giocare con carte false.


L'indubbia, plurisecolare vocazione (anche) turistica di Venezia è stata trasformata nella sua fonte di sussistenza primaria, gonfiandola a dismisura e ponendo l'intera comunità (pensiamo al problema di far tornare i conti, senza i turisti, del trasporto pubblico per tutto il territorio comunale) in balia dei rischi cui la monoeconomia spinta all'eccesso espone.


Come si fa ad invitare i turisti a tornare a Venezia quando non si sa nemmeno quando ci si potrà muovere all'interno anche solo della regione, senza avere idea di quando e come si realizzerà una fase 3? Sono dichiarazioni che lasciano molte perplessità, per usare un eufemismo.


Facile ottenere l'ok delle categorie per la richiesta di aiuti e poi giocarlo come se si avesse ricevuta carta bianca. È giocare in modo scorretto per incitare alla rivolta dietro l'uomo solo al comando.


Occorre creare una barriera democratica che blocchi i possibili effetti di un tale gioco.


La buona politica non soffia sul fuoco dello scontento. Risana le ferite e prepara la rinascita. L’uomo solo al comando prefigura scenari foschi. È un dovere democratico sbarrargli la strada.

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