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In risposta ai tre quesiti di Venezia Verde e Progressista.

Gli amici e compagni di Venezia Verde e Progressista ci chiedono, attraverso tre domande, cosa intendiamo per "fuori le grandi navi dalla laguna”. Premettiamo che la richiesta di chiarezza sul tema Grandi Navi che abbiamo avanzato non riguarda la loro posizione, ma quella della coalizione di cui fanno parte: perché in questa coalizione la forza maggiore, il Pd, si è più volte dichiarata a favore delle grandi navi a Marghera, e, in particolare, lo stesso candidato sindaco che sostengono. Nonostante questo veniamo volentieri a rispondere a quanto ci viene chiesto. Nessuna soluzione per la crocieristica può essere, purtroppo e per forza, ad impatto zero sull'ambiente; la nostra imprescindibile priorità è però che non venga toccato l'ecosistema lagunare e che anzi venga attuato un piano di ripristino della morfologia della Laguna; questo anche per contrastare la minaccia all'ecosistema e alla città stessa che viene dal cambiamento climatico. Quindi non siamo assolutamente d’accordo con quanto sostenuto dal programma “verde e progressista”. Un confronto non deve essere cioè "tra tutti i progetti possibili", ma solo ed esclusivamente tra i progetti che collocano le navi fuori dalla Laguna. Tra le possibili soluzioni deve essere scelta in ogni caso quello che ha il minore impatto per l'ambiente marino e per la costa. Lo stop alle grandi navi nella Laguna deve essere immediato e definitivo (ricordiamo incidentalmente che il decreto Clini-Passera è del 2012). Anzi: la situazione attuale di blocco dovuta alla pandemia, ci dà, pur nella tragicità della sua motivazione, la concreta possibilità di ripensare il settore molto profondamente e concretamente.


D'altra parte è la crocieristica stessa a mostrare i primi segnali della sua insostenibilità e debolezza, messi in luce da questa fase di crisi acuta ma profonda. Certamente, per contrastare gli enormi interessi speculativi che premono per soluzioni che porterebbero alla distruzione definitiva dell'ecosistema lagunare, c'è bisogno di essere forti, uniti e chiarissimi. L'unità deve essere tra coloro che condividono gli obiettivi di tutela della laguna e della qualità della vita dei cittadini e non con chi vuole tenere il piede in più scarpe.


Quando si parla di “valutare soluzioni” bisogna essere altrettanto chiari.

La legge prevede delle procedure di garanzia per l’esecuzione di lavori e per impatto delle opere di pubblica utilità che sono specificamente previste per la presentazione dei progetti relativi allo stazionamento e alla navigabilità delle navi sopra le 40m tonnellate.


“Progetto” non significa idea da realizzare ma una sub-procedura che deve essere verificata in più fasi dalle autorità ministeriali secondo diverse verifiche, tra cui quella della Valutazione di Impatto Ambientale. Alcune “soluzioni” hanno intrapreso il procedimento previsto dalla legge ed hanno avuto esito negativo, altre di cui si parla non hanno nemmeno presentato alcun progetto.

Non possiamo prescindere dalle garanzie previste dalla legge e dalle procedure.

Chi rappresenta lo schieramento di cui fanno parte i Verdi e progressisti ha sempre sostenuto “soluzioni” all’interno della laguna con particolare riferimento alla soluzione Marghera. Solo oggi il candidato Baretta parla di soluzione off-shore, un’ipotesi che potrebbe realizzarsi tra decenni, se mai fosse scelta. Che credibilità può avere? E prima di questo ipotetico off-shore cosa si sceglie?


🔹 Insomma credibilità, chiarezza e coerenza. Questo manca. Questo si chiede. E a questa riflessione invitiamo i Verdi e progressisti. Chiediamo a loro come si pongono di fronte a questa posizione del loro candidato e del partito che hanno scelto come guida della coalizione.



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