Dopo quattro anni trascorsi a servire gli imprenditori e a infischiarsene dei cittadini, Brugnaro sente aria di elezioni tra referendum e comunali e corre ai ripari con azioni tanto spettacolari quanto inutili. Solo per elencarne qualcuna: vigili in massa a controllare i plateatici di notte; multe in Rio Novo; ponte di San Michele con Giunta (ir)ridente in primo piano e Patriarca in seconda fila; riscossione ticket; controllo dei flussi turistici; piano trasporti messo in campo; nuovi terminal in gronda; e, come sempre, un nuovo albergo non si nega mai a nessuno. E così via. È un fuoco di fila di annunci per riempire le pagine dei giornali mostrando tutto ciò che non è stato fatto ma che si farà. Implicitamente, se io ci sarò! È il programma elettorale che ci si sarebbe aspettati quattro anni fa e che viene rinviato al prossimo quinquennio. Con quali garanzie? Nessuna, tranne che la rielezione del medesimo imprenditore urbano supportato da crescente comunicazione professionale. Ma mentre si discute di moto ondoso viene bloccata la manifestazione delle remiere in Canal Grande a testimoniare la sofferenza di una città travolta dal turismo di massa. Quello dal consumo veloce e inconsapevole della visita low cost accompagnato dalla frenesia dei trasporti acquei per garantire a tutti la visione della città nel minor tempo e alla portata di tutte le tasche. Quella visita per la quale si pretende almeno il ticket. Non è questa la Venezia che vogliamo.
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