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Con la cultura non si mangia?

La Fondazione Teatro alla Fenice di Venezia, di cui il sindaco Brugnaro è presidente, si è distinta nella svalutazione del lavoro, avendo come unico obiettivo il pareggio di bilancio, ignorando le tutele previste dal contratto di categoria e ricorrendo pesantemente al lavoro intermittente e a termine.

Il 30-40 per cento dei dipendenti alla Fenice sono precari.


I lavoratori sono alla canna del gas, mentre il sindaco Brugnaro, intervistato dal Giornale, dichiara che è ora di finirla con le “paghette” dei bonus previsti dal Decreto che contiene misure urgenti per i lavoratori e le famiglie in difficoltà (c.d. reddito di emergenza).

Tale affermazione tende alla umiliazione dei cittadini veneziani che hanno bisogno, che sono in difficoltà. A tanto non è arrivato mai nessun sindaco in Italia! Parole pronunciate da un sindaco che ha fatto della precarietà la sua fortuna imprenditoriale.


L’amministratore che dovrebbe essere l’istituzione più vicina ai cittadini, li sbeffeggia negli strumenti predisposti dal Governo per fronteggiare l’emergenza economica.

Ebbene: non solo lo stipendio va “contingentato”, ma anche la “paghetta” non va bene.

Forse perché spesso questo ristoro economico è superiore al reddito di sfruttamento negli ambiti della precarietà, che è il muro portante della macchina degli enormi profitti che il turismo a Venezia ha scavato come una miniera.


I precari sono i nuovi poveri, i famosi “working poors”, quelli che pur avendo un lavoro non riescono ad avere un reddito dignitoso e soffrono di vera e propria povertà, a causa dell’intermittenza del lavoro fonte di reddito e da un salario non sufficiente.

I musei civici da tempo hanno esternalizzato gli addetti, in balia di appalti sempre più al ribasso.

L’ambito culturale e dello spettacolo è il mondo dove più si manifesta questo fenomeno.


Quindi la “paghetta” forse impedirebbe per un certo periodo di non essere sfruttati. Ma questi lavoratori chiedono di lavorare. Certo hanno una pretesa, quella di non essere sfruttati e di avere un orizzonte, se non un vero e proprio futuro. Ma anche questo non va bene.

La cultura è lavoro, e con cultura si deve poter mangiare. Stabilmente, con professionalità riconosciuta e diritti certi.


Per questo la lista Tutta la Città insieme - Lista civica ha aderito alla manifestazione regionale “La ripresa non è uno spettacolo”, che si è tenuta oggi a Venezia a sostegno della cultura, dello spettacolo e delle sue maestranze.

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