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La città spettacolo ha un costo.

Ci viene reso noto ciò che già sospettavamo. La città spettacolo ha un costo crescente in termini di sicurezza. Cifre alla mano, i costi vanno alle stelle per la semplice ragione che gli assembramenti comportano un rischio crescente in base al numero dei partecipanti, giacchè l'amministrazione è responsabile per la sicurezza dei convenuti - meglio sarebbe dire degli attirati, visto che anche le feste religiose ormai sono un evento di marketing e d’ora in avanti sarà sempre più così. Non è frutto del caso ma di una precisa idea di città che si afferma coi fatti e distingue tra città spettacolo, o Veniceland o Parco tematico o altro ancora, e dormiland, città dormitorio in terraferma, serbatoio o necessario contenitore espandibile a piacimento di turismo low cost convocato con frequenza crescente ad assistere alle rappresentazioni del moderno folklore di massa a scala planetaria, dove va in onda la città diversa coi suoi riti. Storia, cultura e patrimonio alla portata di tutti per il beneficio di alcuni. Un modello in realtà esiste già e si chiama Las Vegas, è stato costruito per questo e attinge a piene mani alla suggestione veneziana. Da noi invece basta costruire gli alberghi, il resto c’è già e viene sfruttato a oltranza a costo della collettività, quella che paga le tasse. L'aggiunta del ticket di ingresso è solo un passaggio ulteriore per chiarire che la città è comunque in vendita. Chi ci dorme paga col soggiorno, chi non ci dorme paga l’ingresso. La qual cosa fa scattare l’ovvio problema del controllo che implica squadre di addetti a tempo pieno sguinzagliati per ogni dove a riscuotere. Sperando che ci riescano, ma non è detto. Con l’aumento della frequenza dei grandi eventi, quelli dell’auspicato bollino nero del tutto esaurito in alberghi e ristoranti, si rende perciò necessario attrezzare un corpo specializzato per la security. E Vela corre ai ripari attrezzandosi allo scopo. Proviamo allora a tirare le somme. Negli ultimi anni si è provveduto ad assumere una nuova generazione di vigili, i muscolari della sicurezza che non si curano dei controlli amministrativi, che infatti mancano mentre le cronache della nera ci informano di come sta andando la sicurezza. Quella reale e quella percepita. Poi si intende mettere in campo lo squadrone dei controllori dei ticket e ora ci si dota di un corpo permanente per la sicurezza degli eventi speciali. A nessuno di questi interessa l’inquinamento, il moto ondoso e men che meno il degrado urbano da sovraccarico della città, al quale provvede solo chi paga le tasse. Un tempo si pensava che Venezia fosse il luogo ideale per sviluppare la cultura dell’immateriale, ma era un romantico abbaglio. A Venezia si sta sviluppando una scuola di security urbana da esportare nel mondo. Non sappiamo quanti vorranno venire a istruirsi ma non c’è dubbio che la strada è quella.

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